Imola è attualmente uno dei poli industriali più importanti dell’Emilia-Romagna, perché qui hanno sede imprese manifatturiere di varie dimensioni, alcune delle quali contraddistinte da un’attività di eccellenza o di livello internazionale. Le origini di questo sviluppo risalgono all’Ottocento, quando sorsero numerosi opifici, molti dei quali si collocarono a ridosso del cosiddetto canale dei mulini, lungo la via Selice. Nel 1861, la realizzazione della linea ferroviaria Bologna-Faenza collocò definitivamente a nord del centro storico l’area deputata agli insediamenti manifatturieri.

Nella prima metà del XX secolo si passò dalla relativa modestia delle produzioni artigiane a fabbricazioni industriali di maggior portata. In particolare, Imola si distinse per vocazioni produttive meccaniche, impiantistiche, ceramistiche e agroalimentari, ma anche per la presenza significativa – quasi unica al mondo – di cooperative manifatturiere, fra le quali ricordiamo la Cooperativa ceramica di Imola (1874), la Sacmi (1919) e la Cefla (1932), tutte e tre ancora esistenti. Di qui il potenziamento dell’area industriale con nuovi servizi, come gli scali merci, e nuovi allacciamenti ferroviari, in direzione di Fontanelice (1916) e di Massa Lombarda (1934). Ma soprattutto, nel 1938 si insediò qui uno stabilimento produttivo della Società nazionale Cogne, fiore all’occhiello della siderurgia italiana, che aveva valutato positivamente il contesto imolese.

Negli anni del secondo conflitto mondiale, l’area industriale crebbe di importanza per via di numerose produzioni belliche e il 13 maggio 1944 fu bersaglio dei bombardamenti alleati. Il boom economico del secondo dopoguerra ampliò ulteriormente i confini dell’insediamento industriale, che contemporaneamente si attrezzò per essere funzionale all’accresciuta viabilità dei mezzi pesanti. Nel 1966, poi, si ebbe l’apertura di un primo tratto dell’autostrada A14, con il casello di Imola posizionato proprio a ridosso dell’area manifatturiera.

Negli anni ottanta la zona industriale occupava una porzione molto vasta, per lo più compresa in un rettangolo formato dalla via Emilia, da via Correcchio, da via Bicocca e da via Lughese. All’interno di questo perimetro, via Selice, via 1o Maggio e via Lasie fungevano da arterie principali. Negli ultimi vent’anni, i processi di deindustrializzazione – a Imola meno accentuati che in altri contesti – hanno portato alla conversione di alcuni edifici e capannoni, con destinazioni commerciali o residenziali.   

Bibliografia

  • Quinto Casadio, Uomini insieme: storia delle cooperative imolesi, Imola, La Mandragora, 1996, due voll.
  • Luciano Forlani, La modernizzazione di Imola (1900-1915), Torriana, Sapignoli, 1995.
  • Nazario Galassi, Figure e vicende di una città, vol. II, Età moderna e contemporanea, Imola, Coop Marabini, 1986.
  • Momenti di lotta e di vita dei lavoratori: 80 anni di Camera del lavoro a Imola, Imola, Coop Marabini, 1981.

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